Quando annoiarsi fa bene alla nostra mente? Abituati ad avere sempre tantissimi stimoli e a stare in un flusso di contenuti e comunicazioni costanti, la noia ci spaventa. Ma quanto? Tanto. Al punto che in 11 studi, è stato scoperto che i partecipanti in genere non amavano trascorrere dai 6 ai 15 minuti in una stanza da soli senza niente da fare se non pensare che si divertivano molto di più a svolgere attività banali esterne e che molti preferivano invece somministrarsi scosse elettriche piuttosto che essere lasciati soli con i propri pensieri. La maggior parte delle persone sembra preferire fare qualcosa piuttosto che niente, anche se quel qualcosa è negativo [1].

Da recenti sondaggi [1] è emerso che il 95% degli adulti americani ha riferito di aver svolto almeno un’attività ricreativa nelle ultime 24 ore, come guardare la televisione, socializzare o leggere per piacere, ma l’83% ha riferito di non aver trascorso alcun tempo a “rilassarsi o pensare”. Perché non ci piace rimanere soli con i nostri pensieri?

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Perché non riusciamo a stare senza fare niente?

Quello che colpisce maggiormente è che semplicemente stare da soli con i propri pensieri per 15 minuti era apparentemente così negativo da spingere molti partecipanti ad autosomministrarsi una scossa elettrica che in precedenza avevano detto che avrebbero evitato a costo di pagare [1]. Pensare è un’esperienza così difficile e spiacevole?

Secondo lo studio [1] una possibilità è che nel momento in cui i partecipanti venivano lasciati soli con i loro pensieri, si concentravano sui propri difetti e rimanevano intrappolati in cicli di pensiero ruminanti.

La costante connessione con gli altri e la FOMO (Fear of missing out), ossia la paura di perdersi qualcosa o rimanere fuori, sono sicuramente fattori che hanno influenzato molto la nostra (non) abitudine a “stare senza fare nulla” ed essere soli con i nostri pensieri.

Secondo un’indagine [2] gli americani controllano il telefono 144 volte al giorno. In particolare, è emerso che l’89% degli americani afferma di controllare il telefono entro i primi 10 minuti dal risveglio; mentre il 79% si sente a disagio nel lasciare il telefono a casa e la stessa percentuale afferma di controllare il telefono entro cinque minuti dalla ricezione di una notifica. Il 57% si considera “dipendente” dal proprio telefono.

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Da questi dati è evidente come sia sempre più difficile riuscirsi ad annoiare e staccare dagli altri o dalle attività. Invece, la noia ha una funzione fisiologica perché permette il riposo dei pensieri e della mente e influenza la salute mentale. Secondo lo studio “Why Being Bored Might Not Be a Bad Thing after All” pubblicato sull’Academy of Management, infine, la noia aiuta a sostenere la produttività e la creatività perché la frustrazione che questo sentimento genera non porta all’immobilità, bensì alla proattività, per provare a uscire dalla situazione di stallo. In questo senso la noia è vista dalla psicologia come motore e ispirazione degli individui, sebbene possa sembrare esattamente il contrario.

 

Fonte

[1] Wilson TD, Reinhard DA, Westgate EC, et al. Social psychology. Just think: the challenges of the disengaged mind. Science. 2014;345(6192):75-77. doi:10.1126/science.1250830;
[2] 2023 Cell Phone Usage Statistics: Mornings Are for Notifications.